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istruzioni per l'uso....

Cari lettori, se state leggendo ciò che scrivo significa che avete molto tempo da perdere, tempo che potreste usare per uscire a divertirvi, lavorare, trombare ecc. ecc. Se così non è siete messi male, fate bene a stare qui, cazzi vostri. In questo blog potete scrivere cosa vi pare tanto mi rimbalza. Sono benvenuti i tifosi viola, ma anche x gli altri un vaffanculo non lo rifiuto di certo. Sappiate comunque che siete responsabili di ciò che scrivete.

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martedì 9 marzo 2010

LADRI!!! Dedicato ai gobbi di merda e a chi odia la juve!

INDOVINELLO:
CHE DIFFERENZA C'E' TRA UN SECCHIO DI MERDA E UNO JUVENTINO?


IL SECCHIO !!!!

lunedì 1 settembre 2008

DAGLI OCEANI ALLA NEVE

Dagli oceani alla neveNon è facile stabilire chi sia stato il primo ad inventare lo snowboard. La gente di montagna ha sempre avuto la necessità di spostarsi sulla neve, e di trasportare carichi con la minor fatica possibile. I contadini in inverno scendevano a valle con la slitta, in estate trasportavano il fieno su appositi slittoni giù per i prati. Possiamo dire comunque che lo snowboard attuale è nato negli Stati Uniti. Deriva quasi certamente dal surf da mare, a sua volta originario della Polinesia in Oceania e delle Isole Hawaii nel Pacifico. Fu addirittura il grande navigatore ed esploratore James Cook, alla fine del '700, ad osservare gli indigeni polinesiani mentre si facevano trasportare dalle onde sulle canoe e su lunghe tavole di legno.
Prototipo di surf da neve
1929, il proto-snowboardIl primo esempio documentato di rudimentale snowboard risale al 1929, quando Jack Burchett, un costruttore di slitte, tagliò un pezzo di legno piatto con dei lacci di stoffa per i piedi. Un'altra documentazione certa risale a circa trent'anni dopo: nel 1963 Sherman Popper, un ingegnere chimico, per far giocare i suoi figli inventò un attrezzo che battezzò snurfer. Popper unì due sci con l'intento di riprodurre un attrezzo simile al monosci, che all'epoca stava diffondendosi tra gli sciatori più spericolati. Si accorse però che i suoi ragazzi salivano sulla tavola di traverso, proprio come i surfisti da onda.
L'antesignano dello snow modernoPopper prese allora un surf da onda e lo elaborò montando dei bordi metallici e progettando un attacco per la scarpa. L'attrezzo ebbe un grande successo tra gli amichetti dei suoi figli. Quindi registrò il nome e cedette i diritti alla ditta Brunswick che incominciò a produrre in serie lo Snurfer. Queste tavole giallo-nere di legno compensato fecero il giro degli Stati Uniti e una di esse arrivò tra le mani di Jack Burton Carpenter che, allora quattordicenne, cominciò ad elaborare lo Snurfer per migliorarne le prestazioni agonistiche. Nel 1969 un ingegnere di New York, D. Milovitch, anch'egli ispirato dal surf d'onda, costruì alcuni prototipi di tavole da neve e ne registrò il brevetto con il nome di Winterstick. La leggenda narra che l'idea gli venne dopo aver "surfato" sulla neve, per scherzo, con dei vassoi da mensa. Quelle di Milovitch furono costruite dapprima in legno resinato, ma così erano troppo fragili: utilizzò allora un'anima schiumata racchiusa tra laminati in fibra di vetro e con base in P-tex, un nuovo materiale. Per un certo periodo le cose andarono molto bene e i suoi attrezzi ebbero una grande notorietà grazie ad articoli pubblicati su Newsweek, Playboy e Powder.

Snowboards anni .80
Milovitch andò però incontro ad enormi spese di produzione che ne impedirono il decollo commerciale: le tavole risultarono troppo costose per invogliare le masse ad affrontare l'avventura dello snowboard. Milovitch produsse tavole fino agli anni 80, quindi abbandonò l'attività anche se la Winterstick, dopo vari problemi finanziari, riuscì a sopravvivere.
Jack Burton nel 1977 iniziò a produrre surf da neve. I suoi modelli somigliavano molto allo Snurfer di Popper: si differenizavano per il fatto che erano stretti come un monosci, costruiti in legno di acero laminato e con gli attacchi di gomma regolabili, muniti di una superficie antisdrucciolo. Con un nuovo prototipo Burton sorprese tutti vincendo molte gare. Decise così di trasferirsi a Londonderry, nel Vermont, per dedicarsi appieno al suo business. Nel '79 disegnò gli attacchi tipo strap. Nello stesso periodo Popper interrompeva la produzione tornando al suo lavoro di ingegnere.
Anni 80, la svolta di Jack BurtonUn altro personaggio iniziò l'avventura nel mondo dello snowboard contemporaneamente a Burton: Tom Sims. In realtà egli era un produttore di skatebord, lavorava nel suo garage con l'amico Chuck Barfoot. Sims provò ad incollare dei pezzi di tessuto sopra il legno e usò un foglio di alluminio come soletta. Sims tuttavia continuò a concentrarsi sulla produzione di skateboard. La svolta decisiva arrivò ancora una volta da Jack Burton: ispirandosi alla tecnologia dello sci, introdusse nel 1980 un prototipo con soletta in P-tex, strati di legno laminato e lamine. Nel Vermont nel 1982 si organizzò il primo campionato nazionale americano: la gara consisteva nel partire dalla cima di una montagna e arrivare in fondo, possibilmente interi. La leggenda narra che un certo Bob Boutin abbia raggiunto la folle velocità, per l'epoca, di 100 km orari con una tavola Backhill. Nei primi anni '80 erano pochissime le stazioni di sci che accettano lo snow.
In alcune si richiedeva una specie di esame per poter accedere agli impianti e scendere sulle piste, con il quale si doveva dimostrare di avere una buona padronanza dell'attrezzo. Il primo prototipo di attacco moderno è del 1984 grazie ad un personaggio che non avrà il riconoscimento che meritava: Jeff Grell. Egli mise a punto un tipo di attacco che facilitava molto la guida della tavola, e che in seguito sarà imitato da tutti.Ii campionati americani si spostarono a Stratton, nel Vermont, e diventarono gli U.S Open. Jack Burton aprì ad Innsbruck, in Austria, la divisione europea Burton. Nelle edicole americane apparvero due importanti riviste del settore che diventatorno in breve il punto di riferimento degli appassionati: Snowboarder e successivamente Absolutley Radical.
Apocalypse snow, esplode la maniaUn altro episodio importante nella storia dello snowboard accadde nel 1981, quando due riders americani della Winterstick, che si trovavano a Les Arc in Francia, vendettero una tavola ad un certo Regis Rolland, il quale a metà degli anni '80 produsse il primo video-film di snowboard intitolato Apoclypse Snow, che diventerà una pietra miliare del genere. Il film provocò una specie di contagio, una diffusione a macchia d'olio dello snowboard in tutta Europa. Nel 1989 si svolse a St. Moritz-Livigno il primo contest di snowboard in Europa in collaborazione tra ISA (International Snowboard Association) e la PSA (Professional Snow Association) due movimenti che unendosi daranno poi vita alla ISF (Federazione Internazionale Snowboard), che è tuttora l'organizzazione più vicina alla realtà dello snowboard. Con la diffusione crescente di questo sport migliorarono le tecnologie, i materiali. Nel 1994 lo snowboard raggiunse la definitiva consacrazione entrando a far parte degli sport olimpici. Nel 1996 un altro celebre video contribuì alla popolarità di questo nuovo sport: Subject Haakonsen. Nel 98 lo snowboard, con tutte le sue discipline, approdò ai giochi olimpici di Nagano in Giappone. In Italia, oggi, il successo di questo sport è testimoniato da più di 100 club e da oltre 1600 soci.

(by A. Ghezzer)

lunedì 28 luglio 2008

Quanto mi fa incazzare!!!


Arriva l'estate e come tutti gli anni la gente si prepara alle ferie, ma quest'anno vedo in giro una tendenza inusuale e, a mio avviso preoccupante, LE FERIE IN COMODE RATE.

Non si era mai sentito dire e secondo me è roba da pazzi, tantissima gente per andare in ferie è costretta (e ancor più triste), è disposta a chidere un finanziamento.

D'accordo che le ferie sono importanti perchè ogni tanto è necessario staccare la spina dal lavoro e dalla quotidianeità, ma chiedere un prestito per andare 7 o 15 giorni affanculo al mare o chiccazzo sa dove mi sembra davvero troppo, se io non ho i soldi per l'albergo o il campeggio o il viaggio ai caraibi me ne sto a casa.

Mi fanno pena stanno su una bella spiaggia con lettino e ombrellone, magari senza i soldi per la cena, AH AH AH che sfigati! Oppure hanno chiesto un prestito anche per avere in tasca due euro per la mance, che Signori del cazzo!

Purtroppo oggi siamo schiavi del consumismo e rinunciare a qualcosa che non è fondamentale sembra di dover rinunciare all'aria che respiriamo, anche perchè noi italiani siamo un popolo di proviciali e se il vicino fa una cosa, figuriamoci se noi possiamo essere da meno...

E allora forza, partiamo con dodici nuove comode rate sul groppone, da aggiungere alle 60 per l'auto nuova, alle 24 per il tv lcd, alle 12 per il telefonino, alle 24 per il divano del salotto, alle 48 per la batteria di pentole, a quelle del mutuo, e così via....

Purtroppo oggi il mercato è retto da questo sistema e anzichè nascere negozi e ditte nascono finanziarie e agenzie di recupero crediti.

Che situazione di merda!







mercoledì 25 giugno 2008

....un'onda improvvisa si porta via la Luna, e l'acqua di marea arriva col suo carico di stelle




Immagina un tornado coricato sul fianco che tira l'acqua sopra e attorno

a se come una sbrindellata e rabbiosa coperta, con la sua estremità più

aperta che rivela una turbinante caverna di energia schiumante e

sibilante che rotola come un gigantesco tunnel verso la riva.

Immaginate di mettervi nell'occhio di questo tonante assassino, in

questo rabbioso pugno di vetro mentre il tempo si consuma fino quasi

a fermarsi, e dove i segreti dell'immortalità sono sussurrati agli

orecchi di coloro che hanno orecchi per sentire.

Ci buttammo in acqua alle 7.30, l'aria era già calda e l'acqua tiepida, le onde arrivavano

regolari spinte dalla forza dell'Oceano Indiano, una macchina da onde; abituati alle onde

delle libecciate del mar Tirreno , ripide e nervose, sembravano facili da cavalcare

vedendole da lontano, ma man mano che ogni bracciata che davo sdraiato sul mio

longboard mi avvicinava a quei mostri d'acqua potevo rendermi conto di quanta potenza

avessi di fronte.

Madè, un local surfista con cui avevamo surfato il giorno prima a Kuta

beach ci aveva assicurato che per dire di aver fatto surf

dovevamo provare le onde di Uluatu.

A Kuta beach il giorno precedente splendide onde di 2 -3 metri

all'inizio ci avevano un po' strapazzati prima di riuscire ad avere

la meglio e a farci godere come delle bestie, ma

l'idea di poter cavalcare onde più grandi ci eccitava e al tempo stesso ci spaventava un pò.

Mentre remavamo verso il largo Madè ci indicava le posizioni da tenere

per evitare inutili rischi, barriera corallina, correnti ecc. a un certo

punto un gruppo di onde veramente alte si sfrangiò a circa 400 da noi
con un rumore assordante, ci zittimmo, e remammo per metterci in
salvo. Dopo un pò Madè, imprecando in balinese, ci indicò una bella serie di onde che

arrivava e ci consigliò di non cadere perchè la marea non era salita abbastanza.
Partì remando, girammo verso l'onda che stava arrivando e capimmo che quello era il

momento che avevamo tanto atteso, niente fegato niente gloria, ci lanciammo su quella che
penso fosse un'onda di 4 o 5 metri, ero sicuro che ci avrebbe travolti senza pietà

sbattendoci sulla barriera corallina, ma saltando sul mio longboard iniziai a volare

sull'acqua, ormai era mia, scorsi Madè mentre

correva davanti a me sulla più grande onda che avevo mai calcato,

mi voltai e vidi un tubo di acqua spesso quasi due metri che si

rovesciava su se stesso; volammo sull'acqua, cavalcammo

la bestia, quella giornata ci regalò onde quasi fino a 6 metri.

Non potrò mai dimenticare le sensazioni che ho
provato quel giorno.

Uluatu - Bali - qualche anno fa.

venerdì 2 maggio 2008

SURF IS LIFE









Là, dove terraferma e mare s'incontrano, le

onde oceaniche rivelano il loro significato più

profondo, ci attirano e al tempo stesso ci

minacciano....

....cosa avrà attirato per la prima volta l'uomo

nel cavo di un onda di 10 metri?

....cosa l'avrà spinto a cavalcare nella pancia

della bestia?

...... a scivolare nel turbine


di una cattedrale d'acqua che crolla, con la compostezza di un

matador, l'allegria di un giovane scapigliato, il primitivo

timore di un uomo, la futuristica disinvoltura di un eroe dei fumetti?

Quando sei in mare e aspetti l'onda, quella giusta, quella che ti
porta su per metterti alla prova, che ti
sfida a cavalcarla e a volare in quel tunnel
rombante, senza compromessi.

Se vinci tu ti regala emozioni fortissime, paragonabili solo

all'orgasmo, ti fa volare come un Dio, in quel momento
sei un Dio, hai dominato la bestia!!!


Ma se lasci che la paura e l'incertezza s'impadroniscano di te non ti perdona gli errori,
non ti lascia scampo, ti schiaccia sotto, ti strapazza e ti schiaffeggia come un

pupazzo, come per punirti d'aver osato sfidarla.

mercoledì 16 aprile 2008

INCAPACI




Eccoli i compagni, a leccarsi le ferite dopo la batosta delle elezioni, coerenti con le loro deliranti utopie, coerenti col fatto di essere sempre contro (il buon senso ), amici degli zingari, permissivi coi delinquenti e pronti sempre a stupire per la loro mancanza di rispetto nei confronti della gente.

dietro ad una maschera di falsa democrazia e libertà, con la falsità degna del peggio Pinocchio, hanno dimostrato finalmente di essere il peggior governo, o per meglio dire di essere incapaci a governare e a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, non che Berlusconi sia migliore di loro, per carità, però tra chi fa qualcosina e chi fa danni, io preferisco il primo.

La sinistra nasce dalle piazze e nelle piazze deve rimanere, slogan, fischietti e bandiere rosse, basta, il resto non è cosa sua, non gli appartiene
e infatti se deve governare diventa un macello.
Di tutto ciò che avevano messo nel programma elettorale, l'unica cosa che hanno fatto è stato aumentare le tasse, su tutto, anche quelle che non conosci, ma che paghi bevendo un caffè, facendo benzina, comprando il pane.
Comunque grazie a Dio sono andati a casa e danni per ora non fanno più.











sabato 27 ottobre 2007

FIRENZE e il GIGLIO

"Se è cosa difficile essere toscano, difficilissima cosa è l'esser fiorentino: molto più che senese, pratese, livornese, pisano, lucchese, o napoletano, romano, milanese, veneziano o siciliano.
E non già perchè noi fiorentini siamo migliori o peggiori degli altri, toscani, italiani o stranieri, ma perchè, grazie a Dio, siamo diversi da ogni altra città: per qualcosa che è in noi, nella nostra profonda natura, qualcosa di diverso da quel che gli altri hanno dentro. O forse perchè, quando si tratta d'esser migliori o peggiori degli altri, ci basta di non esser come gli altri, ben sapendo quanto sia cosa facile, e senza gloria, esser migliore o peggiore di un altro.
Nessuno ci vuole bene ( e a dirla fra noi non ce ne frega una sega ). E se è vero che nessuno ci disprezza(non essendo ancora nato, e forse non nascerà mai, l'uomo che sia all'altezza di disprezzare i fiorentini), è pur vero che tutti ci hanno in sospetto.
Forse perchè non si sentono compagni a noi ( compagno, in fiorentino, vuol dire uguale). O forse perchè, dove e quando gli altri piangono, noi ridiamo, e dove gli altri ridono, noi stiamo a guardarli ridere, senza batter ciglio, in silenzio: finchè il riso gela sulle loro labbra."

E il simbolo per eccellenza dell'orgoglio fiorentino è il GIGLIO di FIRENZE.
Giglio di Firenze è un termine utilizzato in araldica per indicare il giglio sbocciato (fiore dell'iris simile al lilium)[1].
Il giglio è adesso usato come simbolo della città Firenze. Lo è stato anche nei tempi remoti ma non è conosciuta con certezza la nascita si può supporre che sia dovuto al fatto che nei dintorni di Firenze cresce numerosa e florida la specie Iris germanica var. florentina (Giglio di Firenze o Giaggiolo bianco). Un'altra teoria vede derivare l'abbinamento della città (Florentia) con il fiore perché la sua fondazione da parte dei romani avvenne nell'anno del 59 a.c., durante le celebrazioni romane per l'avvento della primavera, i festeggiamenti in onore alla dea Flora (Ludi Florales o Floralia - giochi e competizioni pubbliche) che si svolgevano dal 28 aprile al 3 maggio. L'associazione tra i festeggiamenti e il nome venne spontanea come accadde successivamente tra il nome e i fiori numerosi che crescevano intorno. Inizialmente il giglio era bianco in campo rosso nel XIII secolo i Guelfi scelsero il giglio con i colori invertiti per differenziarsi dai Ghibellini e quando, nel 1251, i primi cacciarono i secondi il simbolo di Firenze divenne quello che conosciamo oggi.
Ai tempi della Repubblica di Firenze, il giglio era il simbolo della città, talvolta rappresentato su uno scudo retto dalla zampa di un leone (il cosiddetto marzocco).
Sono passati i secoli, i periodi storici, i governi nella città di Firenze, ma i fiorentini hanno voluto sempre il loro simbolo originario. Le testimonianze storico artistiche, che camminando si incontrano nelle strade, nelle piazze, sui palazzi (Palazzo Vecchio) e sui monumenti, permettono una continua lettura dei periodi storici di Firenze.
Il giglio fiorentino, spesso presente, è raffigurato con diverse tecniche artistiche. Fonte d'ispirazione decorativa è applicato nei settori più vari e diversi.
Anche nel calcio, il giglio è usato per rappresentare la squadra della città, la Fiorentina, di cui i fiorentini sono innamorati e sostengono con amore e passione come simbolo della propria città, nonostante i numerosi episodi negativi degli ultimi anni.
Perchè fiorentini non si diventa, fiorentini si è, e solo chi nasce, cresce, vive
in questa città può sentire dentro quel qualcosa di unico che fin dai tempi
più remoti contraddistingue Firenze e i fiorentini.